Cronaca di una festa di primavera diversa dalle altre, ma neanche troppo.

“Attenzione attenzione, il jet della Waldorf Airlines partirà tra pochi minuti: destinazione Africa. Siete pregati di mettervi in fila e di salire a bordo…” Con queste parole la maestra Laura accoglieva i bambini e i ragazzi che si erano iscritti all’esperienza “Viaggio in Africa”, una delle tante iniziative con le quali abbiamo dato il benvenuto alla festa di Primavera nel nostro Giardino dei Cedri, sabato 17 Aprile 2021. Con il patrocinio del Comune di Roma e la passione e l’entusiasmo di maestri, genitori, ragazzi e bambini, anche quest’anno al Giardino dei Cedri è andata in scena la “festa di primavera”, differente dalle altre ma comunque una festa, fatta in presenza e in sicurezza, sotto forma di laboratori, tutti da vivere e da raccontare.

IL VIAGGIO IN AFRICA

Mi sono messo in fila assieme ai bambini, davanti a un telo recante la scritta “Viaggio in Africa”, che non permetteva di svelare la sorpresa che, dall’altra parte, Aisha, una mamma della scuola, e i suoi cugini avevano preparato per noi.

“Guardate attraverso i finestrini, bambini cari, perché tra pochissimo sorvoleremo un villaggio africano”, consigliava la maestra e inizialmente pensavo fosse solo un simpatico gioco finalizzato a ottenere l’attenzione dei bambini. Ma quando il telo è scomparso, mi sono accorto che il viaggio era cominciato veramente. E non si trattava di una recita o di una rappresentazione di come si vive in Africa, era qualcosa di diverso, qualcosa di più: sembrava un “voler sostenere l’Africa”, facendo vivere ai bambini veramente l’esperienza di visitarla, con rispetto, con ordine, con puntualità.

Ci siamo seduti, silenziosi e curiosi e, in mezzo al giardino degli asili della scuola, Aisha in abiti tradizionali aveva creato una piccola ricostruzione di un villaggio della sua terra d’origine, il Gambia. Poi ha iniziato il suo racconto fatto di leggende, utensili di legno, musica tradizionale, noci di cocco, animali fantastici e viaggi per l’acqua.

“Per noi l’acqua è preziosissima. Mi hanno raccontato che lì da voi, in Italia, l’acqua esce dai rubinetti delle case, ma secondo me non è vero…Io in Africa devo camminare otto chilometri per andarla a prendere…”.

I bambini seguivano in religioso silenzio i racconti di Aisha e la musica tradizionale dei suoi due cugini musicisti, Ahliù e Ahmed, che come lei, indossavano abiti tradizionali, mentre tra me e me pensavo che un’esperienza così non la si potrebbe trovare in nessun libro e in nessun museo conosciuto, perché non era un aspetto didattico fine a se stesso, sembrava più un seme che ogni bambino, alla fine, avrebbe potuto portare con sé, lungo la propria vita futura.

Proprio mentre “l’aereo della Waldorf Airlines” faceva ritorno al Giardino dei Cedri, ho ringraziato Aisha e i suoi cugini, intenti a regalare cocco fresco ai partecipanti: dopotutto i bambini, alla fine del viaggio, meritavano anche un assaggio reale di Africa.

I LABORATORI

A quel punto ho deciso di visitare uno a uno i laboratori della festa di primavera, senza rinunciare però a una “capatina” nel Vintage Cottage dove si presentava la “Collezione Primavera Estate 2021” (chissà se tornerà la zampa d’elefante…).

Il primo laboratorio incontrato è stato quello “delle famigliole di cera” dove la maestra Roberta, circondata da bimbi e dai suoi alunni di seconda, stava dando vita agli animaletti di cera pura, colorata con colori naturali: coniglietti, cavallucci e gallinelle, con tanto di nidi e ovetti. Nel frattempo i ragazzi della settima classe, “giornalisti d’assalto per un giorno”, la intervistavano ponendole decine di domande difficilissime: questo mese il Notiziario della scuola lo faranno loro attraverso articoli e reportage e ci tenevano a non sfigurare.

Proseguo il mio giro tra i laboratori di coroncine, uccellini, girandole e argilla, popolati tutti da piccoli artisti e artigiani che, con passione e una rara cura, levigavano, intrecciavano, creando via via manufatti da fare invidia a quei mercatini di paese che, anche se sempre più raramente, trovi in giro per commemorazioni o fiere primaverili.

Il laboratorio di terrarium della maestra Daniela e della quinta classe sprizzava creatività da tutti i pori:

I vasi, di argilla, erano fatti a mano e cotti in un forno, per poi prendere vita “ospitando” le piante.

Accanto la maestra Marzia, assieme alla sesta classe, ti introduceva al fantastico e coloratissimo mondo delle girandole, realizzate sugli acquerelli degli allievi, mentre più in là, da un lato, con la maestra Sabrina e la quarta, si creavano uccellini di panno lenci a cui mancava solo il verso e, dall’altro, con la supervisione della maestra Valentina, i bambini di terza realizzavano coroncine in rafia e fiori in carta velina, per tutti i gusti e misure.

Intanto si era fatta l’ora di pranzo e proprio mentre mi stavo chiedendo dove procacciare cibo per me e le mie figlie, ho sentito qualcuno dire “E’ arrivata la pizza….Al bar dell’Ottava classe troverete tante cose buone e un servizio da fare invidia a un ristorante a 5 forchette”. Ed era proprio così. I ragazzi di Ottava e qualche genitore ti accoglievano dietro a un bancone pieno di pizza gourmet, focacce, bibite, pizze rustiche, caffè, dolci e tanto altro.
Con la pancia piena e il sole nel cielo non volevo più andar via e ho cercato un cantuccio dal quale ho continuato a godere di questa atmosfera magica e primaverile, scambiando qualche chiacchiera e facendo qualche domanda in giro…Tanto già c’erano i ragazzi di settima a fare le interviste e così mi sono “imbucato” anche io, malgrado l’età.

PRESENZE E ADESIONI

“Quanta gente ha aderito alla festa di primavera?” ho chiesto a un’amica del Comitato.

“Abbiamo avuto circa 300 prenotazioni ai laboratori, maestri e alunni esclusi, spalmati lungo tutta la giornata…Non male no?”

Decisamente non male! Specialmente se si pensa che tutto è stato “auto organizzato” e “auto gestito”, come sempre.

“Grazie al nostro giardino di scuola spazioso e accogliente e alla bella giornata siamo riusciti a fare tutto in sicurezza, senza assembramenti né rischi…E poi tra poco vi facciamo vedere l’arazzo”.

“Che arazzo?” chiedo incuriosito

“Non è proprio un arazzo. E’ un grande tappeto, una specie di coperta fatta dai ragazzi della scuola che abbiamo realizzato durante il primo lockdown, quello del 2020”.

A quel punto, prese le informazioni del caso, sono andato ad approfondire con Sara, una mamma di scuola che assieme ad altre ha seguito la realizzazione della coperta fin dal primo momento.

FESTA DI PRIMAVERA, L’ARAZZO DELLE MERAVIGLIE

SARA: “Quando la scorsa primavera è arrivata la proposta di maestra Laura alle classi di realizzare un manufatto che potesse rappresentare al meglio lo spirito della nostra comunità, mi sono subito entusiasmata dando la mia disponibilità per aiutare a confezionare il lavoro”.

“Mi racconti per filo e per segno come si è arrivati a questo arazzo?”

SARA: “Per prima cosa i ragazzi hanno realizzato a loro gusto i quadrati di tessuto. Ognuno il suo. Poi, una volta ricevuti tutti i quadrati dagli allievi, ho cominciato a sperimentare la forma. Prima provando a metterli insieme ottenendo un quadrato, poi un rettangolo. Mi sono immaginata queste mattonelle l’una di fianco all’altra, tenendo in considerazione i colori e i materiali. Per fare emergere e far dialogare tra loro in maniera armonica tutte le singole personalità dei ragazzi che le avevano create, ho pensato che servisse una cornice che le contenesse e così ho fatto. La cornice quindi non rappresenta solo una decorazione, ma diviene strumento necessario a presentare ogni individualità.

“Avete fatto prove o è stata, come si dice, buona la prima?”

SARA: “No. La prima prova è stata realizzata con una cornice grande, ma le mattonelle erano troppo lontane tra loro. Dopo un confronto, ho quindi diminuito le dimensioni e a quel punto, come per magia, tutto dialogava nel modo giusto. Ho poi chiesto ad altre mamme di aiutarmi a cucire le strisce con le quali si sarebbe composto l’arazzo. Abbiamo leggermente ridimensionato alcune mattonelle, perché più grandi o più piccole della misura richiesta. Su alcune sono stati messi dei sostegni, perché troppo leggere, ma con questi accorgimenti si è riusciti a realizzare un lavoro armonico, dove le unicità emergessero a favore del risultato corale.”

“Immagino sia stata un’esperienza anche per voi genitori coinvolti…”

SARA: “Assolutamente sì: la collaborazione con gli altri genitori è stata una vera esperienza di crescita. Le mamme, seppur con grandi capacità, hanno lavorato ognuna in modo differente. Nella fase finale quindi, quando ho assemblato il tutto, era necessaria una maggior attenzione per riuscire ad ottenere un lavoro bello e armonico e ho potuto toccare con mano quanto siamo diversi e come le nostre differenze vadano accolte e bilanciate per poter avere un equilibro che ci permetta di essere veramente comunità”.

Ringrazio e saluto Sara mentre in me cresce la curiosità di vedere finalmente l’arazzo o il tappeto o la coperta di cui tutti parlavano…Ormai non sapevo neanche più come chiamarlo, ma non era importante. Forse il modo migliore era semplicemente “Testimonianza”. Testimonianza di un lavoro collettivo.

Aspetto paziente fino al momento in cui la Maestra Laura e il Presidente del Comitato Cristina ci chiamano a raccolta nel cortile per mostrarcelo.

Quando l’ho visto in tutta la sua bellezza, lo dico sincero, mi sono emozionato profondamente e con me tutti i presenti. Non appena l’arazzo è stato srotolato ed esposto, è esploso spontaneo un applauso lungo e carico di riconoscenza, simile a quegli applausi che ancora si sentono, forse solo in Italia, all’atterraggio, dopo un volo pieno di vuoti d’aria. In quell’istante mi sono ricordato che il secondo jet della “Waldorf Airlines” era già sulla rampa di decollo per un nuovo e avventuroso viaggio e mi sono precipitato nel giardino dell’asilo per imbarcarmi nuovamente. In pochi minuti ero già in Africa, a mangiare cocco e ad ascoltare musica meravigliosa e racconti magici.

 

Galleria Foto Evento Festa Primavera

Savino

Appassionato di musica, adoro scrivere e raccontare la Scuola dei miei bimbi. Da sempre mi occupo di tematiche sociali e con la comunità dei genitori portiamo avanti iniziative per il benessere della comunità.

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